Publicación en Il Corriere de l’Umbria de la entrevista a Ana María Marcos: la receta del VIII festival della Sociologia a Narni: «Prendere con sé la propria fragilitá».

“Per essere veramente autonomi bisogna prendere con sé la propria fragilità” – dice Ana Maria Marcos Del Cano, professoressa di filosofia del diritto presso l’UNED – Madrid. Il suo intervento al Festival della Sociologia è come un faro che illumina la vera condizione umana. Nella sua lectio magistralis ha parlato della nostra società, ha costruito un’idea di individuo autonomo, potente, un individuo che guarda solo al successo e all’efficienza, insomma, un uomo che indossa una maschera
dell’invincibilità. Tuttavia l’uomo non è invincibile; spesso siamo tratti in inganno dall’illusione di poter dominare ogni cosa e tendiamo a evitare di confrontarci con la nostra fragilità. Ci rende timorosi e tutto il nostro sforzo si concentra nel sembrare invulnerabili. Per questo motivo si ha la tendenza a declinare il concetto di fragilità sempre in maniera negativa: viene misurata e riconosciuta come qualcosa da ridurre e da combattere. Ma la vulnerabilità, dice la professoressa, è condizione stessa della vita umana: “Ci avvicina gli uni agli altri permettendoci di togliere quella maschera di invincibilità e potenza dell’uomo post-moderno. Come ci ricorda Aristotele, l’uomo è un animale sociale, perciò non può non costruire la propria identità senza gli altri”.


L’aspetto interessante che la professoressa spagnola ha evidenziato è che, nonostante il nostroe desiderio di evitare di affrontare la vulnerabilità, essa è in realtà una caratteristica distintiva del nostro secolo. Ha ripreso il celebre sociologo Zygmunt Bauman che definisce la nostra società come “società dell’incertezza”, “modernità liquida” per sottolineare la condizione di fragilità, di perdita di senso, di liquidità. “Tutti i punti di riferimento – come dice il sociologo – che davano
solidità al mondo e favorivano la logica nella selezione delle strategie di vita, un tempo stabili sembrano in piena trasformazione. Si ha la sensazione che vengano giocati molti giochi contemporaneamente, e che durante il gioco cambino le regole di ciascuno”. Di fronte a questa rapida trasformazione della società, Ana Maria Marcos Del Cano ci ha restituito il ragionamento sull’essere umano che non dovrebbe cercare di sconfiggere la sua vulnerabilità, poiché nel tentativo di farlo, finisce per diventare più impotente. Ci ha invitati piuttosto a abbracciare la nostra fragilità, indossando la maschera della vulnerabilità anziché quella dell’invincibilità.

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